«Esprimiamo la nostra vicinanza alla collega vittima di violenza nell´esercizio della sua professione medica. Come donne, come donne medico e come cittadine siamo consapevoli che la solidarietà non basta, che l´attenzione che oggi si fa prepotente domani sarà accantonata e che continueremo a contare le vittime di violenza se non ci sarà un´azione congiunta e seria da parte di tutte le Istituzioni.
La sicurezza nei luoghi e quanto mai nei luoghi di lavoro piú sensibilmente a rischio, come lo sono i presidi sanitari in genere e di guardia medica ancor piú, devono essere una priorità nell´agenda delle politiche del lavoro e di genere.
L´AIDM, in tutti i territori in cui è presente si è fatta piú volte portavoce di proposte fino ad oggi rimaste inascoltate.
È necessaria la sensibilizzazione tra gli adolescenti e gli adulti e siamo quanto mai convinte che l´ azione rieducativa vada rivolta alla famiglia nel suo complesso. Padre, madre, figli.
Il gravissimo episodio di Trecastagni (CT) si somma ai molti altri, a volta taciuti o sconosciuti.
Chiediamo un incontro a livello Ministeriale in cui siano presenti tutti i rappresentanti dei governi regionali e si costituisca un tavolo di azione, e non piú solo di discussione, per definire norme che mettano al centro la sicurezza sociale nel rispetto della dignità della persona. È nostra volontà costituirci parte civile».